(3) continua...
“No na bai buska Fede na scola.”(Andiamo a prendere Fede a scuola ) gli dico mentre gli metto giacca, cappello e sciarpa. Scendiamo le scale e usciamo in strada. Lo tengo stretto perchè ho paura che scappi in mezzo alla carreggiata.
Dopo pochi passi si butta a terra.
Le scarpe gli danno fastidio e non vuole più camminare. Provo a convincerlo ma non ci riesco così lo porto in braccio fino a destinazione. Il tragitto è corto ma arrivo spompata lo stesso.
“No na bai buska Fede na scola.”(Andiamo a prendere Fede a scuola ) gli dico mentre gli metto giacca, cappello e sciarpa. Scendiamo le scale e usciamo in strada. Lo tengo stretto perchè ho paura che scappi in mezzo alla carreggiata.
Dopo pochi passi si butta a terra.
Le scarpe gli danno fastidio e non vuole più camminare. Provo a convincerlo ma non ci riesco così lo porto in braccio fino a destinazione. Il tragitto è corto ma arrivo spompata lo stesso.
Là tutti gli si accalcano attorno. Abbiamo parlato talmente tanto di lui che non vedono l’ora di conoscerlo. Fa un po’ il timido ma non disdegna di passare da un braccio all’altro. Ha capito di essere al centro dell’attenzione e se la gode tutta.
A casa, mentre faccio i compiti con le bimbe, provo a farlo disegnare. Continua a dirmi che non è capace. Gli dò delle fotocopie da colorare ma lui si limita a ricalcare i contorni con i pennarelli.
“Giochiamo un po’ con il lego Tò?”
Mi avvicino a lui con la scatola che è diventata ormai parte dell’arredamento del salotto. Costruiamo una bella torre ma presto perde interesse anche per quella.
Provo con numerosi altri giochi ma, alla fine, mi arrendo alla potenza della tecnologia.
Scopre le nostre foto di famiglia sull’Ipad e passa un’ora a guardarle. In un attimo impara come farle scorrere sullo schermo, come cercarne altre e come vedere anche i filmati.
Scopre le nostre foto di famiglia sull’Ipad e passa un’ora a guardarle. In un attimo impara come farle scorrere sullo schermo, come cercarne altre e come vedere anche i filmati.
É veramente molto sveglio e intelligente.
“Dovremo fare in modo che possa continuare gli studi in Guinea” mi sussurra Fabio che lo tiene in braccio e lo guarda divertito. Tò è concentratissimo, inclina la testa e continua a parlottare mentre passa da una foto all’altra.
“Lo sai che c’è anche la tua terra?”
“Ecco, guarda, questa è Bissau.”
Fabio gli apre la cartella che contiene foto e filmati del suo ultimo viaggio.
“I ami! I ami!” (sono io!) grida quando si riconosce e scoppia a ridere.
Guarda e riguarda le foto e fa un sacco di commenti dei quali capisco molto poco.
Ad un certo punto alza gli occhi e mi dice che vuole “sopa” per cena indicandomi la pasta ancora da cuocere.
“Secondo te l’ha mai mangiata?” mi rivolgo a Fabio.
“Vendono pasta nei supermercati ma a peso d’oro. Non credo proprio che i suoi se la possano permettere.”
Sembra entusiasta quando gli metto il piatto davanti ma, bastano poche forchettate, e mi dice che è sazio.
Diventerà il suo modo per dirmi che non apprezza molto quello che gli cucino.
Provo con due uova alla coque e ho maggior successo. Dopo uno yogurt e una banana vuole salirmi in braccio e, in un attimo, si addormenta.
Ne approfittiamo per fargli l’aerosol. Abbiamo provato a convincerlo durante il giorno ma senza successo. Messa la mascherina un attimo, se l’è subito tolta dicendo che puzzava. Non c’è stato verso di fargli cambiare idea.
L’unico modo è avvicinargli la mascherina al viso mentre dorme.
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